GODURIA E VARIAZIONI

Senza cattive o buone azioni / Senza altre strane deviazioni / Che se anche il fiume le potesse avere / Andrebbe sempre al mare / Così vorrei amare.

Giorgio Gaber

Il porno inizia laddove finisce il desiderio.
Ho seguito l’istinto in ogni momento vitale e non me ne sono mai pentito, nemmeno quando il pentimento era lecitamente annunciato. Il fatto di avere delle antenne funzionanti o delle percezioni giuste è una cosa buona, ma il rischio di adagiarsi sugli allori e vivere pensando di aver la soluzione, generalmente particolare, pronta in tasca è un rischio che, di settimana in settimana, cresce esponenzialmente.

Non me ne faccio una preoccupazione, è semplicemente un dato di fatto. Buono tenerlo presente, ma ancor meglio tenerlo in una sottocartella d’allerta ipotetica e teorica.

Sono partito con questa premessa perché oggi ho letto sul Manifesto un’intervista di Cristina Piccino a Bruce LaBruce e mi sono ritrovato a essere particolarmente infastidito. Si parlava del suo nuovo film The Visitor, remake rivisitato e proposto in chiave contemporanea del Teorema di Pasolini – che qualcuno poteva anche lasciare in pace in tutto il suo splendore sessantottino e scrivere qualcosa d’altro o anche non scrivere niente, elaborando di colpo qualcosa di inaspettatamente nuovo.
Riporto alcune frasi.

1) Il queer è la rivoluzione del nostro presente.
Sulla base di cosa?
2) Ho riletto Pasolini in chiave porno, penso che sia politico specie nella nostra epoca regressiva.
Quindi il porno è politico dal momento che regrediamo. Va be’ sarà.
3) Sono un pornografo e un filmmaker indipendente, non amo definirmi in una sola categoria, credo di essere uno dei pochi artisti a cui è permesso di stare in più parti.
Ma contemporaneamente?
4) Sono sempre più convinto che la distinzione tra porno e moda, porno e arte, porno e cinema, sia davvero stupida specie oggi.
A questo punto io avrei chiesto, perlomeno, Perché?

Il film inizia con un cameriere che fornisce alla ricca famiglia per cui lavora dei brownie composti dalla propria merda, i commensali, neanche a dirlo, divoreranno avidamente questa pietanza (che poi questa proposizione basterebbe a fissare iconicamente e ironicamente l’opera omnia del Poeta). No dai davvero? Festival di Berlino ma che mi stai a dì? Quanta innovazione porta questo giovanotto sessantenne dal Canadà. (Si auto-definisce ragazzo punk queer).

The Visitor non è ancora disponibile alla visione e mi fa già venire in mente quel film del ’77 di Silvano Agosti che era così anticonformista e provocatorio da essere in ritardo di almeno dieci anni e di altrettanti autori. Diedi una stella su Mubi per l’imbarazzo – e questa fu la mia insindacabile vendetta e rivendicazione politica da spettatore.
A ogni modo, parlando di LaBruce e di questo genere di professionisti (slegandoci dunque dal cinema volendo) non posso non commentare come se avessi il volto reso apatico dalla noia questa tipologia di aggressione al presente, questo vampirismo, questa malvagia necessità di un signore del 1964 di essere a tutti i costi giovane, punk e di propinare, a ben vedere, roba di sessant’anni fa rielaborata come avrebbe fatto qualcuno quarant’anni fa. LaBruce autore underground degli anni ’80 e ’90 nel 2024 deve essere LaBruce abbastanza da essere giovane e autore underground degli anni ’80 e ’90 anche agli occhi del contemporaneo presente. Propendendo all’infinito, credo.

Mi risulta difficile non accostare il tutto a un passaggio illuminato di Martin Buber, “in alcune epoche (…) rimane il residuo della rappresentazione, il concetto, che mostra soltanto le tracce sbiadite dell’antica immagine”.
Siamo agli sgoccioli dunque ed ecco che il cervello collega nell’immediato il mio pensiero a quel Beppe Grillo che sgocciolando il sudore dei suoi capelli verso qualche spettatore divertito diceva “non dovete aver paura, questa è acqua benedetta, la vera acqua benedetta!”. E’ certamente più apprezzabile di qualsiasi essere umano che si auto-definisca artista pubblicamente (privatamente è ancor più imperdonabile).

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