Il 12 giugno del 2023 moriva Silvio Berlusconi, il 14 veniva letta e interpretata una delle omelie più difficili della storia del Cristianesimo.
Probabilmente spinto da quell’onda di sonorità perpetua tanto cara alle scritture vediche, propulsione di ogni facoltà creatrice, l’Arcivescovo Mario Delpini prese un foglio e lo mutò in prodigio. Come si ricorda pubblicamente e davanti a Dio un Silvio Berlusconi?
Condivido questa perla affinché non venga del tutto inglobata nel supercomputer tentacolare e profondo del globo a prendere polvere, con l’augurio che questo articoletto possa, un giorno, portar risposta al sentimental rovello: mais où sont les neiges d’antan?
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Vivere.
Vivere e amare la vita.
Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti.
Vivere e accettare le sfide della vita.
Vivere e attraversare i momenti difficili della vita.
Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita.
Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia
sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura.
Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti.
Vivere e sentire le forze esaurirsi, vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora.
Piano, che la gente ha dei sentimenti.
Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e
il suo compimento.
Qua ci siamo sbilanciati ‘nu poche.
Amare ed essere amato. Amare e desiderare di essere amato. Amare e
cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà
compromessa.
Terreno scivolosissimo
Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere solo una
concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria.
Rischiosissimo…
Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci
possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande.
Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare e
arrendersi.
Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio (e non solo) il
suo giudizio e il suo compimento. Essere contento. Essere contento e amare le feste.
Godere il bello della vita.
Già.
Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini.
Essere contento degli amici di una vita.
Essere contento delle imprese che danno soddisfazione. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti.
Stupirsi, ma neanche troppo.
Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia.
Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del risultato gratificante e del gesto simpatico.
Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria. Essere contento e sentire l’insinuarsi di una minaccia oscura che ricopre di grigiore le cose che rendono contenti. Essere contento e sentirsi smarriti di fronte all’irrimediabile esaurirsi della gioia.
Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di gioia, che trova in Dio il suo giudizio e
il suo compimento.
Cerco l’uomo. Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi
clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in
imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi
troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare
affari. Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e
oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo
di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e
detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta.
Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo
un personaggio alla ribalta della notorietà.
Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio
Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di
gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento.
Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio.
Ne è uscito così. Netto.
E Travaglio muto.